Lunedì 31 Luglio 2000
Sbrighiamo rapidamente
le formalità doganali per decollare alle 15.11 con destinazione Agadir. Inizialmente
il tempo è bello. Maria nota che "lo sguardo si riposa dove il bianco congiunge
mare e cielo, due metà di un unico azzurro".
Poi sul Marocco cominciano a presentarsi clutter che cerchiamo di evitare
con una continua ripianificazione del volo in base ai bollettini che ascoltiamo
di continuo. Improvvisamente entriamo in una discendenza e perdiamo 1000 piedi
in pochi secondi. L'autopilota tira il muso in su e Alfredo grida "li mortacci,
ottanta (nodi)!", stacca rapidamente l'autopilota e butta giù il muso. Avvisiamo
il controllo e con calma riguadagnamo il nostro livello di volo.
Densa colonna d'aria
che saliva
uno schiaffone al muso ci assestava;
"LI MORTACCI" gridammo di paura
perchè di stallo avviso ci assillava.
Qual pellicano teso alla pastura
pronta la prua a terra dirigeva;
poi verso l'alto il volo dispiegava
e il rumine di colpo arrovesciava...
(Maria)
Poco prima di atterrare
ad Agadir, Michele chiede a Maria se ha acceso il phon. Fuori ci sono 47 gradi.
Appoggiamo le ruote in un aeroporto deserto dove la cortesia marocchina ci
fornisce un graditissimo the alla menta. Rapido transito con poche informazioni
meteo che verifichiamo con Milano. Decollo alle 18.20 locali in un cielo di
un colore tale che Maria (scrittrice, poeta e scienziata dell'equipaggio)
nota che ne uscirà una foto in bianco e nero con pellicola a colori. Dopo
il tramonto, passiamo su Gran Canaria illuminata di mille luci e proseguiamo
per Tenerife dove atterriamo alle 22.06 locali. In una orrenda città che sembra
Las Vegas, all'una di notte troviamo finalmente il nostro albergo e con fatica
riusciamo ad avere qualcosa da mettere sotto i denti. Non mangiamo da 14 ore.
In compenso, sul letto è appeso un bassorilievo che rappresenta un satiro
e le baccanti.
31.7.2000 - Essaouira, il maltempo -
31.7.2000 ore 22.00 - Tenerife Reina Sofia -